Recensione di l’agenzia : Milano

di Daniela Barisone e Juls SK Vernet – Lux Lab – data pub: 15/11/2019

l'agenzia milano

TITOLO: l’agenzia: Milano

AUTORE: Daniela Barisone e Juls SK Vernet

CASA EDITRICE: Lux Lab

PAGINE: 220

GENERE: gay romance, M/M, paranormal romance, contemporaneo

SERIE: Soglie instabili Vol.1

DATA PUBBLICAZIONE: 15 Novembre 2019

KINDLE UNLIMITED

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recensione a cura di silvia m.

Recensione in anteprima l’agenzia: Milano di Daniela Barisone e JULS SK Vernet

Dialetto milanese, ambientazione stile Fringe (serie Tv che ho amato tanto), cassonetti che parlano, cassette della posta che uccidono, campanelli che ti trasportano in altre dimensioni… queste sono solo alcune delle tante sorprese che ci riserva questo libro.

L’ Agenzia è un istituzione segreta che ci protegge da eventi paranormali che si manifestano in quel di Milano. Presso l’agenzia lavora da 15 anni il nostro protagonista Alessandro, uomo comune, con i suoi difetti e con un po’ di pancetta (finalmente!!). Dopo una pessima annata, ritorna al suo lavoro principale, dal quale era stato allontanato per colpa di un incidente gravoso ai danni dei suoi sottoposti. La sua mansione principale è quella di rintracciare e chiudere le soglie (porte che si aprono su altri mondi) che si creano nella realtà milanese.

Accanto a lui viene affiancato Daniele, giovane stagista inesperto, un po’ insicuro ma con un grande segreto che lo avvantaggia nei momenti più difficili. A suon di scherzi e simpatiche prese in giro reciproche, i due si piacciono sin da subito e in breve tempo nasce una relazione focosa e stabile.

La seconda parte del libro mi ha tenuta incollata grazie alla narrazione molto avvincente e coinvolgente, il rapporto tra i due si fa più intenso e dolce.

Questo fantasy originale, ci spinge ad immaginare cose pazze in una città che molti di noi conoscono, leggere nomi italiani e dialetto milanese nello stesso contesto di tutte queste particolarità è stato esilarante.

La scrittura è scorrevole e la storia ben costruita. Per chi ama l’originalità è sicuramente consigliato.

4 stelline per me

La copia ARC è stata gentilmente fornita dalla casa editrice

TRAMA

L’Agenzia non esiste. O almeno, non in questo piano dell’esistenza. Tutto, dalla scrivania a cui lavori, alla sedia su cui sei seduto e al tiramisù della Luisa che mangerai in mensa non esiste in questo mondo. Nemmeno la penna con cui scrivi o il caffè che berrai. Questo è quanto Daniele Baroni si sente dire il primo giorno all’Agenzia dal suo capo, Alessandro Russo.

Tra corridoi che cambiano forma, archivi infiniti, un motel al centro dell’universo, pesci volanti e orrori cosmici da altre realtà, Daniele e Alessandro scopriranno che a legarli non è solo il lavoro, ma anche l’attrazione e il sentimento.

Questo almeno finché Daniele non verrà risucchiato nella tana degli orrori e Alessandro farà di tutto per raggiungerlo e salvarlo. Per farlo, avrà bisogno solo di una scatola di fiammiferi e un kit di cortesia del Sesto Motel. O almeno, questo è quanto afferma il Custode.
Ding. Ding. Ding. Diiiiing. Diiiiing. Diiiiing. Ding. Ding. Ding.

INCIPIT

“Ancamò chì ta se, Alesandrin? ”
“Vada via al cù ” rispose Alessandro, senza nemmeno alzare la testa dalla scrivania sulla quale aveva passato l’ultimo anno della sua sfortunata esistenza. C’era una montagna di posta da smistare e non voleva rispondere ai commenti irriverenti dei suoi colleghi dell’Agenzia, soprattutto nella figura del vecchio Drago, il capo ufficio del Dipartimento Comunicazioni in cui la Direttrice l’aveva inchiodato per punizione.

Una risata gorgogliò dalla gola di Drago, di cui nessuno sapeva il vero nome. Era sempre stato Drago e basta. Un buon capo a dire la verità, ma con la tendenza a punzecchiarlo un po’ troppo. Inoltre parlava solo in dialetto milanese e la cosa creava un certo sconcerto nelle nuove generazioni di Agenti più giovani. “Te ga nè ancamò per tant, Russo? ”
Alessandro roteò gli occhi al soffitto e si limitò a indicare la pila di scartoffie che gli ingombrava la scrivania. “No, ho quasi finito.”

L’altro gli diede una pacca sulla spalla e si allontanò, lasciandolo da solo a borbottare improperi contro chiunque scrivesse quelle maledette lettere. Era il 2019 santo cielo, perchè lì dentro non potevano usare le e-mail come in tutto il resto del mondo, invece che la posta cartacea?
Sbuffò infastidito. Lo sapeva perché, naturalmente. L’Agenzia non esisteva nel loro mondo, era una dannata Soglia Stabile, non prendeva il wi-fi lì dentro. Solo posta pneumatica e stupide lettere battute a macchina manco fossero gli anni ‘60.
“Toh, Russo. Gh’ho na busta par ti .” Drago apparve di nuovo alle sue spalle, facendolo sussultare dallo spavento. L’uomo gli fece cadere davanti una busta che recava il suo nome – Alessandro Russo – e il timbro urgente della direzione.

Chiuse gli occhi – anzi, l’occhio – e contò fino a dieci prima di aprire la lettera con il tagliacarte e tirare fuori il foglio dal suo interno. La Direttrice, Simona Marte, lo convocava nel suo ufficio nell’immediato e Alessandro pregò tutti i santi del paradiso che fosse per levarlo da quel Dipartimento del cazzo in cui lo aveva lasciato a marcire più di un anno, dopo il casino che aveva combinato a Cesenago con la cassetta della posta. Insomma non era stata colpa sua se… no ok, era stata tutta colpa sua e doveva solo ringraziare di avere ancora un lavoro e di non essere stato buttato fuori a calci dall’Agenzia per sempre.

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