di Thrity Umrigar – edito Libreria Pienogiorno
TITOLO: Il canto dei cuori ribelli
AUTORE: Thrity Umrigar
CASA EDITRICE: Libreria Pienogiorno
GENERE: narrativa contemporanea
SERIE: Autoconclusivo
PAGINE: 365 pagine
DATA DI PUBBLICAZIONE: 24 aprile 2024
PREZZO: 10,99 formato ebook, 17,95 copertina flessibile
Recensione di Niji di Il canto dei cuori ribelli
La splendida collaborazione con “Libreria Pienogiorno” stavolta mi ha trasportato in India, regalandomi una lettura che sarà molto difficile dimenticare.
Smita si trova in vacanza alle Maldive quando viene contattata da una sua amica e collega, Shannon, corrispondente dall’India. Le chiede di raggiungerla a Mumbai, dove Shannon si trova costretta in ospedale dopo essersi fratturata un’anca. Smita arriva in India con riluttanza e lo fa solo perché crede che la sua amica abbia bisogno di assistenza. Invece, Shannon le affida l’articolo di cronaca che sta scrivendo sul caso di Meena, una giovane donna sfregiata dai fratelli per aver voluto sposare, contro il loro consenso, un uomo musulmano.
Smita odia l’idea di trovarsi di nuovo nel Paese che lei e la sua famiglia hanno lasciato tanti anni prima, e teme che i dolori che li avevano costretti a fuggire prendano il sopravvento. Tuttavia, seguendo il caso della povera Meena, si ritrova sempre più consapevole di quanto sia spaventata dall’India e di quanto, in cuor suo, continui ancora ad amarla. Accompagnata da Mohan, un amico di Shannon, Smita affronterà i suoi demoni, uscendone più forte.
Questa è la storia di due donne, entrambe a modo loro ribelli. Due donne con idee di uguaglianza e inclusione simili, ma con opportunità e privilegi di nascita molto diversi.
Meena è una donna che appare fragile, invece è un personaggio dalla forza sovrumana, perché ha il coraggio di sfidare le tradizioni della casta e di portare avanti una causa contro i fratelli per il bene di sua figlia, la piccola Abru. Vuole che sua figlia sappia quanto ha lottato per la speranza di un’India diversa e per questo è disposta ad affrontare tutto, anche la morte se necessario.
Smita, invece, è convinta di voler tornare alla sicurezza che ha trovato trasferendosi negli Stati Uniti quando era poco più di una bambina. Si sente americana, non tollera le abitudini indiane, nemmeno se si tratta di gesti di cortesia. Ha ricordi che non vuole far riaffiorare, ma lentamente tutto ciò che è stata la sua infanzia diventa impossibile da evitare. È una giornalista colta e di successo, ma sente il richiamo alle origini diventare sempre più forte, sempre più inevitabile.
Ed è impossibile non parlare di Mohan, un uomo che è costretto a rivedere molte delle sue convinzioni sul proprio Paese e che, lentamente, diventerà per Smita una figura insostituibile, regalandole la possibilità di rivalutare alcune delle sue certezze.
Ho amato molto questa storia.
L’ho trovata coinvolgente nel ritmo narrativo e nella tensione che suscita in alcuni momenti, adrenalinici e avvilenti in egual misura. È una di quelle storie che ti permettono di pensare, che ti danno l’idea di quanto sia diversa la vita in molti Paesi del mondo, soprattutto per le donne. Questo romanzo mostra le mille facce dell’India, un luogo vastissimo e con tante diversità che non sempre riescono a convivere. E lo fa con un’umanità imperfetta, com’è giusto che sia, ma indicandoti anche quali siano i valori che tutti dovrebbero assimilare.
La meraviglia sta nell’incredibile caleidoscopio di colori che racconta. Non si può non restare affascinati dalle descrizioni dei tramonti, delle voci, dei cibi e dalla sensazione di un Paese in crescita ma ancora legato ad abitudini e tradizioni, spesso oscurantiste.
Basta uscire dal caos della metropoli per ritrovarsi in realtà in cui la legge non esiste, nelle quali i capi dei villaggi hanno più potere dell’autorità e in cui le vittime non ricevono giustizia. Un racconto commovente, a tratti crudele, ma narrato in maniera così delicata, nonostante il realismo, da suscitare sensazioni di ogni tipo che a volte cozzano fra loro.
In questo romanzo c’è tutto: amicizia, emozione, dolore, avventura, lealtà, promesse, amore.
Un libro che spero abbia la diffusione che merita, perché racconta delle incredibili contraddizioni che, in fondo, caratterizzano tutti i popoli del mondo. E ci fa capire che combattere per ciò che è giusto non è mai un fallimento.
Ringrazio infinitamente la CE per la copia cartacea.
Cinque stelle
La copia Arc è stata gentilmente offerta dalla Casa Editrice
Trama Il canto dei cuori ribelli
Aveva quattordici anni Smita quando con la sua famiglia ha dovuto lasciare l’India in circostanze drammatiche. Una volta al sicuro in America, ha scacciato dal cuore la nostalgia per i crepuscoli aranciati e il profumo inebriante dei cibi che il padre le comprava dai venditori ambulanti e giurato a se stessa che mai più sarebbe tornata in quei luoghi che l’avevano così profondamente ferita.
Ma anni dopo si ritrova a dover accettare con riluttanza l’incarico di coprire una storia di cronaca a Mumbai, per il suo giornale. Seguendo il caso di Meena – una giovane donna sfigurata brutalmente dai suoi fratelli e dai membri del suo villaggio per aver sposato un uomo di un’altra religione – Smita si ritrova di nuovo faccia a faccia con una società che appena fuori dallo skyline luccicante delle metropoli le pare cristallizzata in un eterno Medioevo, in cui le tradizioni hanno più valore del cuore del singolo, e con una storia che minaccia di portare alla luce tutti i dolorosi segreti del suo passato.
Eppure, a poco a poco le sue difese cominciano a vacillare, i ricordi a riaffiorare e la passione a fare nuovamente breccia in lei… Sullo sfondo di un meraviglioso Paese sospeso tra modernità e oscurantismo, in un crescendo di tensione, due donne coraggiose e diversamente ribelli si confrontano con le conseguenze di due opposti concetti di onore e di libertà, in una storia indimenticabile di tradimento, sacrificio, devozione, speranza e invincibile amore.