Recensione “MIRALDA”

di Cristina Coari – Edito da NeptUranus

TITOLO: MIRALDA

AUTORE: Cristina Coari

CASA EDITRICE: NeptUranus

GENERE: Narrativa contemporanea

PAGINE: 72

DATA DI PUBBLICAZIONE: 10 dicembre 2021

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Recensione di Niji di MIRALDA

Questi tre racconti brevi sono differenti l’uno dall’altro. Le tre protagoniste conducono vite e affrontano esperienze diverse. L’autrice resta sul vago per ciascuna di esse, senza delineare nel dettaglio la loro esistenza.
 
Esmeralda, che a scuola chiamano Miralda, si muove assieme a Bea e a Maria come se fosse di fronte a uno specchio in cui vediamo, invece, Iris e Nora, due principesse di una favola. Tutte cercano di trovare un proprio percorso: Iris e Nora, seguendo una bolla e una piuma, Miralda, Bea e Maria, cercando di comprendere che posto hanno nel mondo. Bea è senz’altro quella più sicura, quella che a scuola pone domande scomode sull’utilizzo delle parole e del cosiddetto “maschile universale”, quella che sa come aiutare Maria a uscire da un guscio di insicurezze nel quale sembra precipitata. Miralda è una via di mezzo fra le due, curiosa di conoscere i pensieri di Bea e certa di voler aiutare Maria.
 
Alice è la più giovane, intenta a comprendere i misteri di una “pandemia” che la costringe a usare la mascherina anche in classe. È vivace, attenta alle lezioni, felice di condividere ciò che impara con la famiglia, sogna e racconta a scuola quello che ricorda. La mamma di Alice è curiosa di conoscere la mente della figlia; il papà si mostra più pratico e meno attento alla fantasia della bambina.
 
Noemi, invece, è una giovane donna che ama la natura ed è felice in comunione con la sua cagnolina, Ombra, con la quale vive avventure ogni giorno e guarda il mondo chiedendosi spesso se anche Ombra vede le stesse cose, prova le stesse emozioni.
 
Ho faticato a comprendere a fondo questi racconti. Ho avuto la sensazione di leggere il diario personale di tre giovanissime donne, alla soglia dell’età adulta, senza riuscire a entrare in connessione con nessuna di esse. A volte ho sentito un forte distacco, soprattutto nei cambi repentini di argomento nel racconto di Alice che passa dal sogno alla realtà, fino ad arrivare alla metafora della piccola fiammiferaia per comprendere la pandemia, che stiamo ancora vivendo.

Quello di Miralda, forse, mi ha catturata di più, con l’accenno, sebbene vago, a quanto le parole siano importanti e a come ci si sia abituati, nel corso del tempo, ad accettare una società patriarcale e impregnata dei bisogni degli uomini. Le donne hanno perso la loro identità, hanno smarrito i loro bisogni al punto da non rendersi conto di averne.
 
Tre racconti tutti al femminile, ambientati in luoghi e situazioni diverse, tutti con lo scopo di accompagnare le protagoniste nel passaggio all’età adulta, cercando di trovare risposte a domande che, probabilmente, in quella fase della vita ci siamo poste tutte.
 
Tre racconti dal sapore quasi onirico, per me, qualcosa che, tutto sommato, ho apprezzato, soprattutto per il linguaggio a volte poetico nella parte dedicata a Noemi e a Ombra.
Tre stelle e mezzo. 

La copia Arc è stata gentilmente offerta dalla Casa Editrice

Trama MIRALDA

Nei tre racconti brevi che compongono questo libro, le tre protagoniste sono tutte sulla soglia dell’adolescenza. Miralda si confronta con una identità in via di formazione. Il confronto avviene con le sue coetanee, e mediante l’esercizio di due forze vitali importanti: la spinta verso la libertà personale e quella per acquisire la consapevolezza della propria crescita. Alice è curiosa, sempre pronta a fare e a farsi domande.

In un momento storico segnato dal Covid, inizia un percorso che la porterà dalla scoperta della pandemia a successivi cambiamenti, che le apriranno prospettive inaspettate. Noemi scopre il suo bisogno profondo di sentirsi in connessione con la natura, attraverso il rapporto intenso con Ombra, la sua silenziosa e vigile compagna a quattro zampe.

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