Recensione ‘Nella vita dei burattini’

di T.J. Klune – Edito da Mondadori

TITOLO: Nella vita dei burattini

AUTORE: T.J. Klune

CASA EDITRICE: Mondadori

GENERE: Narrativa LGBTQ+, Fantasy, distopico

PAGINE: 473 pagine

DATA DI PUBBLICAZIONE: 20 giugno 2023

PREZZO: 9,99 formato ebook, 18,05 euro formato cartaceo

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Recensione di Manu di Nella vita dei burattini

TJ Klune è un autore che alcuni odiano e altri amano, io sono per la seconda scelta, anche se forse questo non è il mio romanzo preferito scritto da lui.

Victor è l’unico essere umano e vive da sempre con Giovanni, un androide che gli fa da padre, Ratched, una macchina creata per assistenza medica e Rambo, il piccolo aspirapolvere. Tutti rinati dopo che Giovanni li ha trovati nel Deposito Rottami dove sono stati lasciati dismessi e li ha riportati in vita.

Sin da piccolo Vic è abituato a passare le sue giornate tra controlli ed invenzioni. Ratched che minaccia qualcuno perché come dice sempre “non è programmata per provare sentimenti” e il piccolo Rambo e la sua ansia cronica.

Sono giornate in cui la cosa più eccitante può essere il timore di venire braccati e sfuggire agli Antichi mentre sono a caccia di pezzi di ricambio o di qualche macchinario scartato, ma è la loro vita e Vic è felice di stare in mezzo a loro.

Quando, durante una ricognizione, trovano un umanoide malconcio nella discarica, la tentazione di portarlo a casa e riportarlo in vita è troppo forte per lasciarlo lì. L’arrivo di Hap, però, porta scompiglio nel piccolo gruppetto felice e anche qualche turbamento in Vic perché l’umanoide è quanto di più vicino a lui per aspetto.

Come se tutto ciò non bastasse, Giovanni viene catturato e il gruppetto è costretto a lasciare la casetta nel bosco per riportarlo a casa, sanno che è in pericolo perché perderà tutta la memoria e la sua essenza e non è una cosa che può succedere.

Ma quei consigli vennero soffocati da qualcosa di molto più pericoloso: la curiosità. La curiosità stuzzicava Vic. Voleva vedere cos’era. Cosa aveva rilevato l’Infermiera Ratched. C’era una fonte di energia, quello era chiaro. E il cuore di suo padre non sarebbe durato per sempre. Forse avrebbero potuto usarla, se la macchina a cui apparteneva era irrecuperabile. E se non lo era, Vic l’avrebbe aiutata.

«Attenti. Silenzio. Stiamo uniti. Ci terremo a distanza.»

«Sapevo che l’avresti detto» rispose l’Infermiera Ratched.

Quindi, a voce più alta: «Hap, ti ricordi cosa abbiamo detto di Victor?».

«Che è molliccio» replicò prontamente l’androide. 

In questa storia Klune reinventa a suo modo il noto e amato Pinocchio di Collodi, lo fa suo e porta il lettore in un mondo che è difficile da catalogare, ci sono tanti elementi che presi insieme hanno reso la storia molto intrigante, anche l’autocitazione.

Impossibile non essere empatici con i personaggi, tutti o quasi, ben caratterizzati e con alcuni colpi di scena piazzati in maniera ben studiata da lasciarti senza parole.

La Ratched con il suo senso del dovere, la sua conoscenza e il suo sarcasmo, lei che si definisce quella che non ha sentimenti ma che è sempre pronta a correre in soccorso al piccolo nucleo che possiamo definire famiglia.

Rambo, un piccolo aspirapolvere pauroso che fa ridere già solo dal nome e da come è stato caratterizzato. Poi c’è Giovanni, l’androide che ha accolto il piccolo Vic in fasce e l’ha cresciuto come se davvero fosse il padre.

Vic con il suo bisogno di dimostrare al padre di aver imparato, di essere anche lui in grado di riparare e magari costruire qualcosa, curioso, emotivo, un po’ spiazzato dall’arrivo di Hap. 

Nel suo cuore e nei pochi filmati che ha visto nel tempo sa che c’è quella cosa chiamata amore, non ha avuto mai modo di sperimentare o di percepire certe emozioni per Rambo o la Ratched, bensì un umanoide con gli occhioni luminosi…

Poi c’è Hap, che sin dalla prima apparizione può suscitare interesse o odio ma che nel corso della storia riesce a coinvolgere il lettore che si appassiona al viaggio per salvare Giovanni e all’evoluzione dell’umanoide.

Un libro emozionante, ricco di scene suggestive, forse a volte leggermente prolisso: se conoscete l’autore non vi stupirà leggere le sue descrizioni fin nei minimi dettagli e dove c’è solo un accenno di romance e va bene così.

Adatto ad un pubblico più giovane, che magari non ha ancora una grande conoscenza dei romanzi degli ultimi decenni, così come un pubblico più grandicello come la sottoscritta, che non ha paura di sognare, di lasciarsi trasportare in un mondo fantastico, dove le macchine, nonostante ci dicano il contrario, hanno un cuore.

Ringrazio di cuore la CE che mi ha permesso di avere la copia arc in anteprima e chi ha organizzato il tour, io sono già pronta per la prossima lettura.

4 stelle.

La copia Arc è stata gentilmente offerta dalla Casa Editrice

4 stelle

Trama Nella vita dei burattini

In una foresta antica e sperduta, in mezzo ad alberi maestosi, c’è una curiosa casetta in cui abitano tre robot: Giovanni Lawson, detto Gio, androide inventore; l’Infermiera Ratched, macchina per l’assistenza sanitaria dolcemente sadica; e Rambo, piccolo aspirapolvere ansioso. Insieme a loro il giovane Victor Lawson, unico essere umano della famiglia.

La vita scorre tranquilla finché un giorno Vic trova e ripara un androide sconosciuto chiamato Hap, e scopre che lui e Gio condividono un oscuro passato.

L’arrivo di Hap turba la serenità della famiglia, che fino a quel momento ha vissuto nascosta, svelandone la posizione agli agenti dell’Autorità a caccia di ribelli.

Gio viene catturato e portato nella Città dei Sogni Elettrici, dove rischia di essere smantellato o, peggio, riprogrammato. E così, per salvarlo, Victor, Hap, Rambo e l’Infermiera Ratched si mettono in cammino attraverso un paese ignoto e ostile.

Il viaggio sarà l’occasione per riflettere su ciò che distingue un cuore umano da un cuore meccanico, e Vic si troverà a compiere una scelta decisiva: sarà in grado di aprirsi all’amore, con tutto quello che comporta?

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