Recensione ‘La bambina che non c’era’

di Siba Shakib – Edito da Libreria Pienogiorno

TITOLO: La bambina che non c’era  

AUTORE: Siba Shakib

CASA EDITRICE: Libreria Pienogiorno  

GENERE: Narrativa Contemporanea 

SERIE: autoconclusivo

PAGINE: 266 pagine

DATA DI PUBBLICAZIONE: 6 marzo 2024 

PREZZO: 10,99 formato ebook, 17,95 copertina flessibile

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Recensione di Niji di La bambina che non c’era  

Ero curiosa di leggere una storia di cui avevo tanto sentito parlare e il viaggio che ho intrapreso fra queste pagine è stato stancante ma allo stesso tempo emozionante. 

Samira nasce in Afghanistan, fra i villaggi della catena montuosa dell’Hindu Kush. Sua madre, Daria, prega per tutta la gravidanza affinché le nasca un figlio maschio, così che suo marito, il comandante, possa esserne orgoglioso. Invece, mette al mondo una bambina. Una femmina non vale niente e solo un primo figlio maschio può dare al padre il rispetto della sua gente e del mondo. È per questo che il comandante decide di crescerla come un uomo. Per tutti sarà Samir e solo i suoi genitori conosceranno il suo segreto.

Quando si affrontano romanzi basati su storie vere, la parte più difficile è non potersi affidare alla sospensione dell’incredulità. Per questo diventa complicato, soprattutto quando ci si immerge in storie di luoghi così lontani da noi e dal nostro concetto di società. 

Ho trovato la storia di Samira/Samir a tratti struggente e a tratti disturbante e credo che questo dipenda molto dal fatto che, sebbene se ne parli, in realtà non ci è ben chiaro in che modo vivano le donne in quelle zone del mondo. 

Samira non ha scelta. Per buona parte della sua infanzia non riesce a parlare e obbedisce solo a tutto ciò che suo padre le impone. Dimostra coraggio, forza, audacia e la sua spiccata intelligenza le permette di ottenere il rispetto che, a onor del vero, l’essere umano merita a prescindere dal proprio genere biologico. 

Dopo la morte del padre, lei e sua madre si trasferiscono a vivere nel villaggio del nonno materno e qui Samira intraprende un altro percorso, crescendo e imparando ma rimanendo sempre Samir. 

Il fenomeno delle “basha posh”, ovvero delle bambine cresciute come fossero uomini, è diffuso in Afghanistan. Ai nostri occhi appare assurdo e forse anche crudele, ma leggendo la storia di Samira non ho potuto fare a meno di pensare che per lei fosse l’unico modo per avere un briciolo di libertà. 

In quel Paese la condizione della donna è cambiata spesso, ma oggi è di nuovo precipitata nel buio, con il ritorno dei talebani al potere. 

È da sempre una Nazione in guerra, dove religione e politica hanno spesso cozzato con le invasioni straniere. 

Ho trovato molto incisivo uno dei pensieri che Samira esterna alla madre: “Madre, viviamo in un Paese in cui nemmeno gli uomini sono liberi. Se lo fossero, non avrebbero bisogno di prendersi la libertà delle donne. Chi è libero non ha bisogno di negare la libertà agli altri.”

La vita di Samira mi ha coinvolta ed emozionata. La sua confusione su molte cose, che diventava più caotica man mano che cresce, mi ha toccato il cuore. 

Sa che arriverà il momento in cui dovrà fare una scelta, ma vuole che sia quella giusta e fino a quel momento farà di tutto per sopravvivere, proteggere e confortare le persone che ama. 

Lei, però, nonostante le difficoltà, può farla una scelta. Ha studiato, sa leggere e scrivere, sa difendersi, sa cavalcare. E queste cose le conosce perché ha avuto accesso a privilegi di cui solo gli uomini possono beneficiare. Per la maggior parte delle donne afghane non è così. 

È una storia che colpisce molto, proprio perché ti presenta, senza alcun giro di parole, la realtà sociale in cui vivono persone considerate meno di niente. 

Lo stile narrativo può apparire strano, all’inizio, quasi estraniante. Ma credo che contribuisca molto a rendere immediato il quadro che abbiamo di fronte. I dialoghi vengono talvolta affrontati attraverso l’uso del discorso indiretto e si ha l’impressione di una sorta di distacco emotivo nella narrazione, e spesso anche i discorsi diretti appaiono quasi privi di coinvolgimento. Ciò rende forse più difficile abituarsi a questa scelta stilistica. 

È una storia che va letta perché ci rende maggiormente consapevoli di quanto non sia vero che nasciamo tutti uguali: il luogo in cui si nasce fa spesso la differenza fra libertà e prigionia. 

Ringrazio la casa editrice per la copia cartacea. 

4 stelle e mezzo

La copia Arc è stata gentilmente offerta dalla Casa Editrice

4,5 stelle

Trama La bambina che non c’era  

Se hai un segreto, prendilo, portalo sull’Hindu Kush e nascondilo sotto una pietra.

Non c’è un giorno in quei nove mesi e poi nelle lunghe ore del travaglio che Daria non abbia pregato perché nascesse un maschio. Che non abbia tremato per le conseguenze in caso contrario. Suo marito, il giovane e valoroso comandante, non avrebbe potuto sopportare l’affronto di una femmina. Solo al primogenito maschio il comandante può trasmettere tutto ciò che ha imparato dal padre e dai suoi avi. Solo un primogenito maschio può garantire al giovane comandante il rispetto dei suoi combattenti e della sua tribù, sui monti dell’Hindu Kush, in Afghanistan. Daria sa bene cosa può fare il villaggio se mette al mondo una bambina.

Una femmina vale meno di una pecora, meno di niente. Potrebbe anche non esistere. Così Samira, che nasce nonostante tutte le preghiere, non vivrà un solo giorno da bambina.

In segreto il comandante decide che la crescerà come un maschio e che il suo nome è Samir. E che, quando sarà il momento, prenderà il suo posto. Samir impara a cacciare, ad andare a cavallo, a sparare e a combattere e gode di una libertà che alle donne è sconosciuta. Molte domande e turbamenti si agitano in lei, ma si allena a soffocarle. Per tutti è un ragazzo forte e saggio e i suoi soldati non hanno dubbi: se mai il comandante morisse in battaglia, dovrà essere lui la nuova guida.

Un caso editoriale che ha emozionato il mondo, una storia vera, avvincente e indimenticabile. Un turbine di sentimenti, conflitti interiori e sociali sullo sfondo di un Paese senza pace. La storia di una bambina coraggiosa in lotta per riappropriarsi della propria vita e del proprio destino.

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