Recensione “American Serial Killers”

di Peter Vronsky – Edito da Nua Edizioni

TITOLO: American Serial Killers: gli anni dell’epidemia 1950 – 2000

AUTORE: Peter Vronsky

CASA EDITRICE: Nua Edizioni

GENERE: Narrativa True Crime

PAG: 523

DATA DI USCITA: 12 Maggio 2023

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Recensione di American Serial Killers: gli anni dell’epidemia 1950 – 2000

Torna in Italia grazie a Nua Edizioni un autore che ho amato tantissimo per la sua prosa: Peter Vronsky. Oltre che essere un grande narratore, Vronsky ha un’abilità pazzesca nel coinvolgere il lettore nello scoprire fatti inquietanti compiuti da esseri umani, più precisamente i serial killer. In questa sua opera ha concentrato il suo studio su un periodo storico ben preciso, approfondendo tematiche importanti, come la psiche umana e il contesto sociale in cui il “killer” è nato e cresciuto.

Era l’era di Ted Bundy, John Wayne Gacy, David Berkowitz (“ il figlio di Sam”) e Richard Ramirez (“ the Night Stalker”), tutti serial killer famosi e nomi noti. Ce n’erano stati così tanti all’inizio degli anni Novanta che un alto numero di vittime spesso non impressionava più i media; doveva esserci qualcosa di bizzarro. E il caso Dahmer ovviamente l’aveva.

Con grande maestria, l’autore affascina il lettore e lo travolge di informazioni e fatti sconvolgenti che scatenano diverse emozioni. Per me, che da sempre sono affascinata di psicologia del serial killer così come del true crime, questo romanzo è magnifico. Sicuramente un libro che non deve mancare fra gli scaffali degli amanti del genere e della cronaca nera. Le ricostruzioni che vengono raccontate sono ben scritte, il ritmo è sempre incalzante e mai noioso. Moltissimi sono i serial killer riguardo ai quali vengono raccontati fatti, eventi scatenanti, parafilie e azioni compiute sino al termine dei loro processi.

Dalle rivoluzioni culturali e sessuali degli anni Sessanta all’edonismo sfrenato degli anni Settanta alla crudele insensibilità del periodo di Reagan degli anni Ottanta e all’avidità rapace degli anni Novanta, abbiamo sostenuto che in qualche modo gli omicidi seriali fossero un prodotto dei tempi violenti in cui avvenivano. Ma era solo metà della storia.

Molti sono i fatti trattati in questo scritto, passando anche dalla nascita del reparto investigativo dell’FBI specializzato nel profiling con i fondatori Robert Ressler e John Douglas.

In particolare, in American Serial Killers il nostro autore prende in considerazione, come accennato dal titolo, i più famosi serial killer come Edmund Kemper, John Wayne Gacy o Jeffrey Dahmer, e non che hanno agito negli Stati Uniti nel periodo storico che va dagli anni 1950 al 2000. Come una vera e propria epidemia, questi soggetti hanno compiuto azioni malvagie e stravolgenti, sconvolgendo il mondo intero. Perciò se avete un animo sensibile, non credo sia un romanzo adatto a voi.

I serial killer, in altre parole, prendono in parte spunto dalla società così come è filtrata attraverso una combinazione di Storia, discorsi popolari, media mainstream, cultura e sottoculture. Per cercare di capire perché c’è stata questa impennata di serial killer negli anni Settanta fino agli anni Novanta, dobbiamo guardare al diabolus in cultura americano degli anni Venti fino agli anni Cinquanta e alla generazione dei genitori che stavano crescendo i figli che sarebbero diventati i futuri serial killer dell’“era epidemica”.

In ogni caso, American Serial Killers deve essere affrontato con consapevolezza delle tematiche trattate, insomma non adatto ai più deboli di stomaco per le descrizioni. Un libro forte e travolgente, imperdibile per gli amanti del genere o per chi, come me, ha adorato Mindhunters di John E. Douglas, nonché Genesi Mostruose di Peter Vronsky.

5 stelline per me.

La copia Arc è stata gentilmente offerta dalla Casa Editrice

Trama di American Serial Killers: gli anni dell’epidemia 1950 – 2000

I fan di Mindhunter e della docu-serie Dahmer divoreranno le storie agghiaccianti di questi serial killer della “Golden Age” americana, l’età dell’oro degli assassini seriali (1950-2000).

Con libri come Serial Killers, Genesi mostruose e Sons of Cain, Peter Vronsky si è affermato come il massimo esperto di storia dei serial killer. In questo primo autorevole saggio sulla “Golden Age” dei serial killer americani, gli anni in cui il numero di assassini seriali e la conta dei corpi esplosero, Vronsky racconta le storie degli omicidi più insoliti e importanti dagli anni ‘50 all’inizio del ventunesimo secolo.

American Serial Killer offre ai veri appassionati di true-crime ciò che più che desiderano, passando dalle storie degli assassini più famosi (Ed Kemper, Jeffrey Dahmer) a quelle dei casi meno noti (Melvin Rees, Harvey Glatman).

Un saggio storico e sociologico avvincente e approfondito. Perfetto per i fan del true-crime dallo stomaco forte.

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