Recensione “Maria – Nata per la libertà”

di Amalia Frontali – Edito da Nua Edizioni

TITOLO: Maria – Nata per la libertà

AUTORE: Amalia Frontali

CASA EDITRICE: Nua Edizioni

GENERE: Narrativa storica

PAGINE: 280 pagine

DATA DI PUBBLICAZIONE: 19 gennaio 2021

PREZZO: 4,99 formato ebook, formato cartaceo 12,74

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Recensione di Niji di Maria – Nata per la libertà

Sono quasi imbarazzata all’idea di dover scrivere una recensione per un libro così bello, così intenso, così vero.

Più volte ho dovuto interrompere la lettura perché troppo emozionata e commossa per proseguire.

Liberamente ispirato alla storia di Maria Peron, l’infermiera dell’ospedale Niguarda di Milano che si è unita alla Resistenza sui Monti della Valgrande, questo è un romanzo storico da leggere con il cuore sgombro da pregiudizi, ideologie e con la volontà di guardare in faccia il mostro per eccellenza: la guerra.

Maria non ha interesse per la politica, conosce solo il valore della libertà e ciò cui anela maggiormente è aiutare i deboli.

All’inizio della sua avventura fra i partigiani che hanno fatto la storia della Resistenza italiana, Maria non ha ben chiaro il concetto di guerra. Non vuole armi, non vuole nemmeno imparare a usarle e organizza un vero e proprio ospedale da campo con i pochissimi mezzi che ha a disposizione. Unica donna in mezzo a un fiero gruppo di uomini, ottiene il rispetto di tutti quasi immediatamente, dimostrando tenacia e forza di volontà, oltre che un coraggio che rasenta talvolta l’incoscienza. 

Determinata a non lasciare indietro nessuno, è costretta a rendersi conto che il sangue e i pericoli sono costantemente dietro l’angolo e nemmeno la sua fede incrollabile può salvarla.

Fu la prima donna a unirsi in modo stanziale ai partigiani, in Valdossola, e il suo lavoro, apprezzato da tutta la zona, spinse molte persone a fornire materiali in una commovente azione di solidarietà. I rastrellamenti di tedeschi e fascisti non tardarono ad arrivare anche lì. Il racconto diventa uno spietato resoconto di ciò che accadde veramente e di quante persone persero la vita in maniera atroce, senza distinzione di sesso, età o estrazione sociale.

Gli ultimi mesi di guerra, in Italia, furono atroci soprattutto per la società civile. In molti morirono senza aver nemmeno commesso atti di ribellione, ma solo perché amici e parenti di combattenti sparsi fra le montagne.

Leggere questo romanzo non è semplice. Ogni pagina è una stilettata al cuore e ti ritrovi dentro ai disagi, alle fatiche e al dolore come se li stessi vedendo in un dettagliato documentario.

La difficoltà delle scelte, lo strazio della morte, la paura per i compagni dispersi, per le giovanissime staffette, per i ragazzini che sfidavano la morte cercando di fare la cosa giusta.

In questo scenario di distruzione, Maria continua a muoversi con coraggio e abnegazione, cercando di capire le differenze ideologiche fra i partigiani e assistendo tutti, senza alcuna distinzione.

Incontriamo nomi importanti, comuni, nomi dimenticati fra quelle montagne. Alcuni di essi sono sopravvissuti e hanno contribuito a tramandare storie che, in realtà, solo chi ha vissuto quelle esperienze può davvero capire.

La libertà riconquistata e la fine della guerra, non riescono a cancellare l’angoscia nel cuore di chi ha visto l’orrore coi propri occhi. Orrore che non ha colore e non ha bandiera, che resta solo strazio.

In maniera, senz’altro profetica e molto in linea con la realtà, Maria si chiede come verranno giudicati dai posteri quei mesi.

La coscienza critica è ciò cui dobbiamo mirare per valutare quanto è costata la guerra e quanto è nostro dovere lottare affinché nessuno debba mai riviverla.

La storia di Maria si intreccia con quella di moltissime persone, vissute nello stesso periodo. Diventa lotta per continuare a vivere che spesso lascia i sopravvissuti con un senso di colpa lancinante che può essere attenuato solo dando il giusto valore alla morte e al sacrificio di tanti.

Amalia Frontali ci regala un romanzo stupendo, con uno stile senza fronzoli ma elegante e intenso. Una ricerca storica accurata e documentata, con numerose note esplicative che ho apprezzato e letto con grande interesse.

Un racconto che merita di trovarsi nelle nostre case per ricordarci che tutti, anche le persone più umili, possono fare la differenza fra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.

5 stelle

La copia Arc è stata gentilmente offerta dalla Casa Editrice

Trama Maria – Nata per la libertà

Una storia lontana eppure ancora vicina nella memoria. Una donna la cui impresa ha segnato la vita di tante persone. Un romanzo storico accurato, dalla voce di una nuova autrice di talento che ha saputo tratteggiare con maestria ed estremo rispetto la storia di uomini e donne che hanno fatto la Storia del nostro Paese. Aprile 1944: appesa ai cornicioni delle finestre, una donna fugge dalle finestre dell’ospedale Niguarda, a Milano.

È Maria Peron, un’infermiera trentenne, nubile, che abita in un convitto di suore e non ha alcun interesse per la politica, né tantomeno per la lotta armata. Però è coraggiosa, affamata di libertà e la sua bussola morale è infallibile. Ricercata dai fascisti, prende una decisione che le cambierà la vita: salire sui monti della Valgrande e diventare una ribelle. Maria trascorre un anno insieme ai partigiani e si spende senza riserve per prestare aiuto, senza mai imbracciare un’arma.

Organizza un’infermeria e un presidio sanitario, si guadagna un grado da ufficiale e i galloni di chirurgo sul campo. Attraversa l’inferno della guerra, trovandosi testimone e protagonista di eventi drammatici e atti di ordinario eroismo e facendo i conti, giorno dopo giorno, con la propria coscienza. Infine incontra persino l’amore, a cui credeva di avere già rinunciato. Nel pieno di una tragedia collettiva, Maria si scopre piena di risorse, pragmatica e coraggiosa, capace di ridisegnarsi sulle proprie esperienze restando coerente a se stessa. Questa è la sua storia ed è una storia vera.

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