Recensione ‘Perdonami, Padre’

di Garreth Leigh – Edito da Quixote Edizioni

TITOLO: Perdonami, Padre

AUTORE: Garreth Leigh

CASA EDITRICE: Quixote Edizioni

GENERE: Dark Romance MM

SERIE: Rebel King MC #3, non autoconclusivo

PAG: 443

DATA PUBBLICAZIONE: 15 giugno 2023

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Recensione di Manu di Perdonami, Padre

Veloci come il lampo, siamo già al terzo volume e dopo aver seguito la storia di Cam, Alexei e Saint è il momento di conoscere meglio Embry e Mateo.

Avevamo terminato il secondo volume con il nostro trio che ha trovato un certo equilibrio, purtroppo però la situazione nel Club è tutt’altro che tranquilla. Embry è il cappellano, quello che cerchi quando hai un problema, quello empatico che ascolta tutti e cerca di mantenere la pace.

Ma ora lui dopo l’aggressione che l’ha visto a un passo dalla morte non è più l’uomo di prima. Certe ferite non si rimarginano e nel suo profondo non ha mai voltato pagina da un terribile passato che ancora oggi gli propone incubi.

Mateo è relativamente uno dei più giovani nel club, un’anima latina con un passato misterioso e un presente ricco di verità non dette. Lui ed Embry si sono studiati, girati intorno e guardati da distante a lungo, ma Mateo ha quasi perso Embry e quello che sente per lui non può più rimanere sepolto, anche se i loro segreti potrebbero separarli per sempre.

Conoscevo quella sensazione. E, per la prima volta, non ci fu bisogno di altro. Era proprio il modo in cui lo volevo, il bisogno che avevo di lui. Il mio cuore impazzì e sentii un formicolio sulla pelle, ma non era il demonio che mi opprimeva. Era Mateo. Lo baciai ancora, e il desiderio che da anni provavo per lui superò il panico opprimente che il tocco di un uomo di solito mi provocava. Strinsi le gambe attorno alle sue e ci ritrovammo così vicini, il petto caldo e muscoloso contro il mio, il calore del suo corpo così diverso dalle mie paure. Fu così incredibile. Così dolce, cazzo. Chiusi gli occhi e mi godetti ogni sensazione. Ogni respiro frenetico e verso delicato. Non allontanò le mani dai miei fianchi e dalla schiena, e io continuai a stringergli il viso, ma Dio… sentii il suo bacio ovunque.

Embry mi ha intrigato fin dal primo volume, un giovane affettuoso, volenteroso, sempre pronto ad ascoltare gli altri e a tenerli uniti. Lui ha un passato davvero tumultuoso e lentamente si scopre l’orrore che l’ha portato a passare sei anni in prigione. 

È nel club solo da tre anni, nonostante ciò si capisce che tutti gli vogliono bene perché il suo modo di fare è così empatico che non potrebbe essere diverso. La verità che racconta a Mateo lo libera da un peso enorme. Purtroppo quel peso passa da una mente sconvolta a un’altra, rischiando di mandare tutto all’aria.

Mateo è un giovane che sa cosa vuole, ha tanti segreti tra i quali fa credere al Club di essere un farfallone sempre dietro ad una gonnella. Invece, la realtà è che da tre anni vuole disperatamente Embry, convinto di non essere abbastanza e di non meritarlo.

Al Club nemmeno il suo Presidente sa quali segreti nasconde e nella lettura si scopre un po’ alla volta, l’autrice è stata davvero brava nel dosare le informazioni sul passato dei due protagonisti.

Quello che più amo di questa serie, a parte le varie relazioni sentimentali, è l’intreccio abilmente sviluppato da un libro all’altro della vita del gruppo di motociclisti. 

La storia della rivalità con i Crow, i colpi bassi, i tradimenti, gli esaltati, il bisogno di una tregua, la paura per chi si ama, ogni singolo personaggio ha una storia da raccontare e io non vedo l’ora di conoscerli tutti, anche Orla la sorella di Cam!

Se avete seguito la serie vi suggerisco di non perdervi questo nuovo volume, se non li avete ancora letti, cosa aspettate a montare in sella? La Leigh trova sempre il modo di spiazzarmi e anche questo non è stato da meno. 

Ringrazio anche la CE che sta pubblicando la serie con ritmi davvero alti, magari prima del RARE leggeremo anche il prossimo?

Cinque stelle

Trama Perdonami, Padre

Embry

«…non capisci.»
Mateo si abbassò e si sedette, ancora bisognoso di aiutarmi, come sempre. «Allora dimmelo tu. Spiegamelo come se fossi il tipo più idiota che tu abbia mai incontrato.»
Non posso. Non lo avevo mai detto a nessuno. Né al giudice né alla giuria o l’avvocato che mi aveva liquidato ancora prima di incontrarmi. Eppure, mentre annegavo nell’affetto di Mateo, in un amore che non avevo fatto nulla per meritare, pronunciai quelle parole.
Parole orribili.
Parole oscure.
Più oscure del peccato.
Anche più dell’anima travagliata di Mateo.
Pensavo che quelle parole mi avrebbero distrutto.
Che avrebbero frantumato noi.
Eppure, il demone che provò a travolgerci non mi apparteneva, era di Mateo, e non mi sarei mai aspettato che l’uomo a cui avevo affidato il mio cuore fragile fosse uno sconosciuto dall’animo spezzato, ancora più di quello che le ferite mostravano.

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